giovedì, gennaio 08, 2015

Je suis Charlie. Io sono Charlie Hebdo. Lo sono e lo sarò sempre.

Quello di ieri non è stato un semplice attentato terroristico. Come per l' 11 settembre, ieri abbiamo assistito ad un cambiamento radicale del modo di pensare e di agire. Un evento come quello di ieri, paragonabile, se pur in parte, a quello delle torri gemelle, è in grado di segnare intere generazioni di giovani giornalisti e vignettisti. Quella di ieri è la condanna a morte  della libertà d'informazione, della libertà di stampa, della libertà d'espressione. Da oggi siamo tutti un po' più soli.

Charlie Hebdo: la sottile linea che separa libertà d'espressione e violenza; violenza che genera morte e dolore in nome di (un) dio. Un dio che sicuramente non avrebbe voluto questo.

Come si può uccidere per una vignetta? Per della satira? La satira, da strumento per la pace, è stata trasformata in strumento per seminare morte per le vie di Parigi. Soltanto per delle vignette.

Mentre scrivo mi viene da pensare ai tanti giornalisti uccisi in Italia dalla criminalità organizzata e li elevo ad eroi. Oggi aggiungo nuovi eroi nel mio personale epitaffio di dolore. Eroi perchè credevano in un mondo diverso. Un mondo tutto da ridere, anche nel dolore della quotidianità. Eroi nella loro eccezionale semplicità ed ironia.

Questa mattina, oltre al dolore, mi sono svegliato con una consapevolezza: oggi siamo tutti un pò più soli e meno liberi di esprimere il nostro pensiero. Inevitabilmente verranno prese nuove misure di sicurezza e, purtroppo, verranno messe in atto nuove forme di autocensura. Una sorta di autobavaglio all'informazione libera per paura di nuovi atti terroristici. Questo attentato ha innescato una forma di censura indiretta per chi svolge il delicato lavoro di informare, anche con una vignetta. Oggi quindi siamo tutti un pò più soli ma uniti nel dolore.

Mi preme sottolineare un secondo aspetto di questa triste vicenda: La scia di odio e ignoranza che porta questo evento nel nostro paese. Matteo Salvini continua a ribadire che abbiamo "il male in casa" riferendosi ai continui sbarchi di immigrati sulle nostre coste. Salvini sta commettendo il più grosso degli errori: generalizzare. Non tutti gli immigrati sono terroristi come non tutti gli italiani sono mafiosi. Per intenderci, noi italiani di attentati ce ne intendiamo bene. Abbiamo commesso stragi in giro per l'Italia (Strage di Bologna, Capaci, Via D'Amelio, Firenze e tante altre non meno importanti in cui persero la vita uomini e donne servitori dello Stato e tanti innocenti). Ma non per questo siamo tutti mafiosi o terroristi. Quindi la generalizzazione di Matteo Salvini serve solo a seminare odio perchè, in questo momento di profonda crisi, il malcontento può degenerare in atti di violenza e razzismo (come già accaduto in passato).

Je suis Charlie. Io sono Charlie Hebdo. Lo sono e lo sarò sempre.

Emanuel Butticè

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